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Il rovescio della nazione
La costruzione coloniale dell'idea di Mezzogiorno

13/12/2022 — Carmine Conelli

  € 16,00   

 

Centosessanta anni dopo l’unificazione italiana, un immaginario consolidato nel dibattito pubblico nazionale considera l’intero Mezzogiorno come un’area arretrata del paese rispetto al più moderno e sviluppato settentrione. Gli abitanti del sud sono costantemente raffigurati come oziosi, propensi alla criminalità e al malaffare, ancorati al passato, devoti al malgoverno.


L’obiettivo di questo libro è smontare questa narrazione ricollocando la nascita della questione meridionale in quell’orizzonte globale che considera l’idea europea di modernità inseparabile dalla sua esperienza coloniale. Il processo di unificazione nazionale riflette localmente questo discorso: se il nord incarna le idee di progresso e civilizzazione europea, è il Mezzogiorno ad assumere i termini negativi dei valori della nascente nazione italiana.


Attraversando il pensiero di Antonio Gramsci e ponendolo a confronto con le teorie postcoloniali e decoloniali, Carmine Conelli rilegge la questione meridionale nei termini di una geografia immaginaria in cui le rappresentazioni hanno un ruolo preciso nel celare i rapporti di potere tra le due parti del paese, e propone di disfarsi di quelle categorie della modernità con cui il Mezzogiorno è stato tradizionalmente interpretato e reso subalterno.

Carmine Conelli ha conseguito il dottorato in Studi Internazionali presso l’Università “L’Orientale” di Napoli, dove ha svolto le sue ricerche sulla rappresentazione della questione meridionale attraverso la lente critica degli studi culturali e postcoloniali. Ha scritto diversi saggi su questo tema, contenuti in riviste e pubblicazioni italiane e internazionali, e ha curato il volume Genealogie della modernità. Teoria radicale e critica postcoloniale (Meltemi, 2017).

ISBN 9791280195067

Arabpop
Rivista di arti e letterature arabe contemporanee. N.3: Mare

30/11/2022 — 

  € 15,00   

 

Tutti i paesi arabi sono lambiti dal mare che – sconfinato come l’oceano o chiuso come un lago – modella panorami eterogenei e variegati che generano immaginari spesso contrastanti.

Il terzo numero di Arabpop, Mare, racconta come questo luogo d’incontro e mescolanza per eccellenza plasma l’identità, le forme culturali e l’economia delle società che nascono e si sviluppano sulle sue coste, diventando ispirazione per le loro arti, forgiandone la lingua e influenzandone gli stili di vita.

Il mare è fatica e sopravvivenza per i pescatori, speranza e pericolo per chi lo attraversa alla ricerca di un futuro diverso, desiderio per chi non può accedervi. È divertimento per chi affolla le spiagge, ispirazione per amori e passioni profondi, ma anche preda del turismo di massa, dell’inquinamento e dell’abusivismo edilizio, che mettono in pericolo il suo ecosistema e la sua bellezza.

Arabpop racconta questo caleidoscopico e fragile mondo marino, fonte indomabile di vita e di morte e di inesauribili storie.

Arabpop. Rivista di arti e letterature arabe contemporanee è una pubblicazione semestrale che intende raccontare i cambiamenti culturali inaugurati o semplicemente resi visibili dalle rivoluzioni arabe del 2011, seguendone le traiettorie e gli sviluppi futuri. Pubblicata in cartaceo e in formato digitale, Arabpop è una rivista divulgativa che si rivolge a un pubblico variegato, formato non solo da specialisti del settore.

Il terzo numero della rivista, Mare, ospita tra gli altri i contributi dello scrittore palestinese Mazen Maarouf, del saggista Alessandro Vanoli, della giornalista Marta Bellingreri, della chef palestinese Fidaa Abuhamdiya e dell’illustratrice Lilia Benbelaid.

La redazione di Arabpop è composta da Chiara Comito, Fernanda Fischione, Anna Gabai, Giacomo Longhi, Silvia Moresi, Olga Solombrino. Guest editor di questo numero è Farah-Silvana Kanaan. Il direttore responsabile è Christian Elia.

ISBN 9791280195241

Da che parte stiamo: la classe conta

29/11/2022 — bell hooks

  € 15,00   

 

«Al giorno d’oggi è di moda parlare di razza o genere, l’argomento scomodo è la classe». Comincia così Da che parte stiamo. La classe conta, in cui bell hooks affronta l’analisi della classe a partire da riflessioni che scaturiscono dal suo percorso di vita personale, iniziato in una famiglia operaia in una comunità nera segregata in Kentucky ed arrivata fino alla sua posizione di prestigiosa docente universitaria e intellettuale pubblica.


Nelle sue discussioni sui mass media, il consumismo, la casa, l'istruzione, l'antirazzismo e il femminismo, hooks cerca di mostrare come la mancanza di solidarietà con la working class e l’assenza di una critica al potere di classe abbia avuto un effetto conservatore sulle politiche femministe e antirazziste.


Per hooks, non l’empatia ma una solidarietà significativa con le classi povere è possibile solo attraverso la volontà di considerare criticamente la posizione di privilegio di ciascuno di noi all'interno delle gerarchie di classe globali e di sfidare le disuguaglianze di classe attraverso le nostre azioni.

Con entrambe le iniziali minuscole, bell hooks è lo pseudonimo di Gloria Jean Watkins, critica culturale, intellettuale e scrittrice femminista afroamericana scomparsa lo scorso anno.

Nelle sue opere, hooks ha costantemente posto l’attenzione sulla condizione delle donne afroamericane, avendo descritto, sempre con un intento di divulgazione e formazione rivolto a un pubblico il più ampio, l’intreccio (intersezionalità) delle dimensioni di razza, genere e classe nei fenomeni di oppressione presenti nella società statunitense.

Nata in una famiglia operaia in piena segregazione razziale, esordisce a diciannove anni con Ain't I a Woman, il primo di una ricchissima produzione di testi riguardanti il pensiero femminista, la pedagogia, le relazioni amorose, la maschilità nera, la rappresentazione degli afroamericani al cinema e nei media.

Da che parte stiamo. La classe conta è il terzo titolo di bell hooks pubblicato da Tamu Edizioni dopo Elogio del margine/Scrivere al buio (con Maria Nadotti, 2020) e Il femminismo è per tutti (2021). In italiano è anche disponibile Insegnare a trasgredire (Meltemi 2020).

ISBN 9791280195258

Uno di questi due paesi e' immaginario

28/09/2022 — Pauline Melville

  € 16,00   

 

Tra Londra e i Caraibi vanno in scena le metamorfosi di Uno di questi due paesi è immaginario, raccolta di racconti di Pauline Melville. Tra negozi di spezie africane nella metropoli inglese e caseggiati popolari in desolate città dell’America centrale si muovono i personaggi di queste storie, dove emarginati della working class incontrano carismatiche figure dai poteri soprannaturali e il confine tra sogno e realtà si fa labile tanto quanto la distanza tra le due sponde dell’oceano.

Nei racconti, la pura cattiveria della vita quotidiana è compensata da un’immaginazione comica, componendo trame inquietanti e allo stesso tempo divertenti, che giocano con il “caleidoscopio genetico” offerto dalla storia delle migrazioni e del colonialismo.

Traduzione di Pietro Deandrea.

Pauline Melville è nata in Guyana nel 1948. Trasferitasi a Londra con la famiglia quand’era ancora piccola, ha tuttavia conosciuto in prima persona e a fondo la realtà dell’ex colonia inglese. Autrice negli ultimi trent’anni di romanzi, racconti e opere poetiche, ha ottenuto numerosi premi letterari tra cui il Guardian Fiction Prize, e nel 2018 è stata accolta nella Royal Society of Literature. Uno di questi due paesi è immaginario è la sua opera d’esordio, che l’ha lanciata nel panorama letterario globale.

Vincitore del Guardian Fiction Prize 1990

Vincitore del Commonwealth Writers' Prize 1991

Vincitore del PEN/MacMillan Silver Award 1991

ISBN 9791280195234

Prostitute in rivolta
La lotta per i diritti delle sex worker

25/05/2022 — Juno Mac e Molly Smith

  € 20,00   

 

Bisogna necessariamente essere a favore della prostituzione per sostenere i diritti delle sex worker? Come si conciliano i loro diritti con le politiche femministe e anticapitaliste? Criminalizzare i clienti è un atto progressista?


Revolting Prostitutes è «un libro sulla prostituzione scritto da prostitute». Le autrici, Juno Mac e Molly Smith, analizzano da una nuova prospettiva questioni rimaste per lungo tempo controverse. Il loro intento è di mostrare come le leggi che vorrebbero regolare il mercato del sesso danneggino fortemente chi vi lavora, e di spiegarci di cos’è che le sex worker avrebbero invece realmente bisogno.


Facendosi portavoci di un sempre più ampio movimento globale per i diritti delle sex worker, le autrici collocano i loro argomenti all'interno di questioni più ampie come razza, migrazioni, lavoro e femminismi, affermando senza mezzi termini che chiunque sia impegnato a battersi per la giustizia e la libertà dovrebbe sostenere il movimento per i diritti delle sex worker.



Juno Mac è una sex worker e attivista del Sex Worker Advocacy and Resistance Movement (SWARM), un collettivo di lavoratorə del sesso con sede a Londra, Leeds e Glasgow.



Molly Smith è una sex worker e attivista del Sex Worker Advocacy and Resistance Movement (SWARM). È anche parte di SCOT-PEP, un'associazione gestita da sex worker con sede a Edimburgo che lavora per depenalizzare il lavoro sessuale in Scozia. Ha scritto vari articoli riguardo le politiche sul lavoro sessuale per il Guardian e New Republic.

ISBN 9791280195180

Arabpop
Rivista di arti e letterature arabe contemporanee. N. 2: Futuro

20/04/2022 — 

  € 15,00   

 

Da cupe distopie a folli utopismi, da futuri fantascientifici o metaforiche ricostruzioni a pratiche concrete di emancipazione dalle eredità del passato, il secondo numero di Arabpop, Futuro, racconta come l’arte e la cultura arabe articolano la tensione tra realtà apocalittiche e desiderio per il futuro attraverso nuove narrazioni in grado di trascinare l’umanità oltre un presente soffocante e alienante.

Conflitti, pandemie e crisi ambientale sono solo alcuni degli elementi che costringono a fare i conti con la prospettiva di un collasso globale, aggravato nella regione araba da contesti politici precari, repressione e disuguaglianze.

Pensare al futuro può però creare uno spazio di evasione e di emancipazione dal presente, in cui tracciare possibilità alternative e immaginare nuove forme di vita in comune.

Arabpop. Rivista di arti e letterature arabe contemporanee è una pubblicazione semestrale che intende raccontare i cambiamenti culturali inaugurati o semplicemente resi visibili dalle rivoluzioni arabe del 2011, seguendone le traiettorie e gli sviluppi futuri.

Pubblicata in cartaceo e in formato digitale, Arabpop è una rivista divulgativa che si rivolge a un pubblico variegato, formato non solo da specialisti del settore.

La redazione di Arabpop è composta da Chiara Comito, Fernanda Fischione, Anna Gabai, Silvia Moresi, Olga Solombrino. Il direttore responsabile è Christian Elia.

ISBN 9791280195173

Dieci miti su Israele

12/04/2022 — Ilan Pappé

  € 16,00   

 

I miti – e la realtà – dietro lo stato di Israele.

In questo libro dirompente, lo storico israeliano Ilan Pappé esamina le idee più dibattute sulle origini e sull'identità dello stato di Israele.

I "dieci miti" che Pappé esplora – perpetuati dai media, imposti dai militari, accettati acriticamente dai governi di tutto il mondo – non fanno altro che consolidare lo status quo della regione.

Pappé confuta la narrazione della Palestina come di una “terra senza popolo” al tempo della dichiarazione Balfour, e indaga la nascita del sionismo e il suo ruolo nei primi decenni della costruzione della nuova nazione. Si interroga sulle cause dell’esodo palestinese del 1948, e si chiede se quella del giugno 1967 fu davvero una guerra "senza alternative".

Affrontando i miti che circondano i fallimenti degli accordi di Camp David e le ragioni ufficiali degli attacchi su Gaza, Pappé spiega perché la soluzione a due stati non è più praticabile.

Ilan Pappe è uno storico, accademico e attivista politico israeliano. Insegna presso il dipartimento di Scienze Sociali e Studi Internazionali dell’Università di Exeter ed è co-direttore del Centro per gli Studi Etno-Politici nella stessa università.

È l’autore di numerosi libri sulla questione israelo-palestinese, fra cui La pulizia etnica della Palestina (Fazi, 2021) e Storia della Palestina moderna. Una terra, due popoli (Einaudi, 2014)

ISBN 9791280195166

Jin Jiyan Azadi
La rivoluzione delle donne in Kurdistan

08/03/2022 — Istituto Andrea Wolf

  € 22,00   

 

Da quando in anni recenti si sono accesi i riflettori sulla resistenza contro l'assedio dello Stato Islamico in Rojava, il movimento delle donne libere curde è diventato a livello globale uno degli esempi rivoluzionari più luminosi del 21° secolo.


Jin, Jiyan, Azadî raccoglie le voci di venti rivoluzionarie curde e le compone in un’architettura maestosa: le combattenti ci offrono attraverso memorie private, lettere e pagine di diario una profonda riflessione su un percorso che non inizia con la riconquista di Kobane del 2015 ma ha radici ben più lontane.


Ripercorrendo varie fasi della lotta di liberazione curda contro l'oppressione dello stato turco, questo volume offre una avvincente e monumentale ricostruzione della storia recente del Kurdistan, dalla costituzione del Pkk all'arresto di Öcalan, fino all'elaborazione dei nuovi paradigmi del confederalismo democratico e di Jineolojî, la scienza delle donne.


Per la prima volta scopriamo dalla prospettiva delle protagoniste la visione del mondo e le scelte di vita che le hanno portate alla guida di una guerra di liberazione, oltre che di un epocale progetto di trasformazione dei rapporti tra donne e uomini, tra nazioni e tra specie viventi.

L'Istituto Andrea Wolf, nato nel 2019 in Rojava, è luogo di incontro per
donne di tutto il mondo che vi si ritrovano per organizzare seminari,
formazioni, ricerca e interviste con le persone che vivono e combattono
nella Siria del Nord e dell'Est, e condividere saperi ed esperienze.



Fa parte della locale accademia di Jineolojî e prende il nome
dalla militante internazionalista tedesca conosciuta anche come Sehid
Ronahî, caduta martire nel 1998 nella lotta per la libertà del Kurdistan.



La traduzione italiana di questo lavoro è a cura di alcune militanti del
comitato italiano di Jineolojî.

ISBN 9791280195135

Trame
Pratiche e saperi per un'ecologia politica situata

09/12/2021 — Ecologie politiche del presente

  € 15,00   

 

Adottando una prospettiva meridiana, questo libro abbraccia gli assemblaggi pratico-disciplinari e indisciplinati, sperimentali e innovativi, dell’ecologia politica contemporanea. Il volume ha il suo inizio all’interno delle attività del laboratorio Ecologie Politiche del Presente che, dal 2018, organizza a Napoli incontri, seminari, iniziative e discussioni pubbliche sul ricco mondo dell’ecologia politica.

Trame raccoglie, partendo da Napoli, narrazioni elaborate all'interno delle lotte per la giustizia ambientale nel Sud Italia e in tanti Sud del mondo, tra i movimenti sociali urbani, ecologisti, transfemministi e di difesa dei beni comuni.

Queste pagine intrecciano alla concretezza delle rivendicazioni una varietà di riflessioni sul rapporto tra corpi e territori, insieme a visioni di rottura della centralità umana nell'arte, nella tecnologia, nell'osservazione microscopica della natura.

Ecologie Politiche del Presente è uno spazio intersezionale e di convergenza tra studiosə e attivistə provenienti da diverse discipline e da diverse esperienze di ricerca, all’incrocio tra le istituzioni accademiche, culturali e movimenti di lotta che hanno attraversato il territorio napoletano e campano nel corso dell’ultimo decennio.

Nato nel 2018, Ecologie Politiche del Presente si confronta con le pratiche eco-politiche non solo metaforicamente ma anche abitandole con attività di discussione e (auto)formazione, di cui Trame costituisce una prima elaborazione collettiva. Le autrici e gli autori dei saggi presenti nel volume hanno condiviso, animato e/o contribuito alle attività organizzate in questi ultimi tre anni, presentando qui i risultati dello scambio di pensieri, prassi e pratiche offerto da Ecologie Politiche del Presente.

ISBN 9791280195104

Il femminismo e' per tutti
Una politica appassionata

25/11/2021 — bell hooks

  € 14,00   

 

Che cos’è il femminismo? In questo limpido, agile manuale bell hooks esplora la natura del femminismo e la sua concreta promessa di eliminare il sessismo, lo sfruttamento sessista e l’oppressione. Con la chiarezza e la schiettezza che la contraddistinguono, hooks esorta lettrici e lettori a capire in che modo il femminismo possa toccare e cambiare le loro vite – a constatare che il femminismo è per tutti.

Critica culturale, intellettuale e scrittrice femminista, bell hooks deve la sua fama a testi classici quali Ain’t I a Woman?, Bone Black, Rock My Soul, Belonging, We Real Cool, Where We Stand, Teaching Community, Outlaw Culture e Reel to Real. I suoi libri disponibili in italiano sono: Tutto sull’amore (Feltrinelli, 2000), Elogio del margine/Scrivere al buio (con Maria Nadotti, Tamu Edizioni, 2020) e Insegnare a trasgredire (Meltemi Editore 2020). hooks è Distinguished Professor in Residence in Appalachian Studies presso il Berea College e risiede nel Kentucky, lo stato dove è nata. Il femminismo è per tutti è tradotto da Maria Nadotti.

ISBN 9791280195128

Arabpop
Rivista di arti e letterature arabe contemporanee. N. 1: Metamorfosi

29/09/2021 — 

  € 15,00   

 

Arabpop. Rivista di arti e letterature arabe contemporanee è una pubblicazione semestrale che intende raccontare i cambiamenti culturali inaugurati o semplicemente resi visibili dalle rivoluzioni arabe del 2011, seguendone le traiettorie e gli sviluppi futuri. Pubblicata in cartaceo e in formato digitale, Arabpop è una rivista divulgativa che si rivolge a un pubblico variegato, formato non solo da specialisti del settore.

Il primo numero è dedicato al tema della metamorfosi, intesa come trasformazione nel senso più ampio e trasversale possibile: cambiamento ed evoluzione di sensibilità artistiche, rivoluzioni e involuzioni politiche, ma anche mutazioni letterarie, ibridazioni musicali, corpi e identità cangianti.

Le pagine di Arabpop ospitano lavori originali di artisti, artiste, scrittrici e scrittori arabi che vivono dentro e fuori i confini della regione, ma anche longform, interviste, traduzioni di articoli culturali dalla stampa araba, recensioni di libri, film e produzioni musicali, e molto altro.

La redazione di Arabpop è composta da Chiara Comito, Fernanda Fischione, Anna Gabai, Silvia Moresi, Olga Solombrino. Il direttore responsabile è Christian Elia. Partecipano al numero Metamorfosi: Sinan Antoon, Youssef Rakha, Carol Sansour, Lena Merhej, Lina Ghaibeh, George Khoury e molti altri.

ISBN 9791280195111

Perdi la madre
Un viaggio lungo la rotta atlantica degli schiavi

16/06/2021 — Saidiya Hartman

  € 18,00   

 

Dov’è che un uomo o una donna neri possono dirsi a casa, oggi? La storia recente degli Stati Uniti ci insegna che la «terra delle opportunità» è un posto dove le vite delle persone nere sono ancora messe a repentaglio. In Africa, il sogno dei leader anticoloniali di un continente dove neri e nere di tutto il mondo trovassero rifugio e prosperità ha lasciato il posto a povertà e disillusione. Indagare il passato può aiutare a trovare risposte a questa crisi e a sfidare l’ordine globale che vede tutt’ora i bianchi a decidere della vita e della morte dei neri?

Seguendo le tracce dei prigionieri che dalle zone interne dell'Africa occidentale venivano portati sulla costa per essere imbarcati verso le Americhe, Saidiya Hartman ripercorre le tappe della tratta atlantica degli schiavi, ed esorta a considerare gli effetti della schiavitù su tre secoli di storia africana e africana americana.

In Perdi la madre, passato e presente si incrociano in un intreccio narrativo in cui episodi del violento passato di oppressione si riconnettono alla realtà vissuta dai figli della diaspora africana che, come la stessa autrice, vivono nella società profondamente razzializzata di oggi.

A metà tra saggio storico e memoir autobiografico, il suo viaggio si rivela una potente riflessione che interroga la storia, la memoria e l'identità.

Saidiya Hartman insegna letteratura africana americana e storia culturale alla Columbia University, ed è autrice di Scenes of Subjection: Terror, Slavery, and Self-Making in Nineteenth Century America (1997) e Wayward Lives, Beautiful Experiments (2019). Nelle sue opere intreccia una meticolosa ricerca storica a una narrazione che recupera dall’oblio le storie di personaggi senza nome – le prigioniere sulle navi schiaviste, gli abitanti dei ghetti di New York e Philadelphia agli inizi del ventesimo secolo. Il suo lavoro esplora l’eredità della schiavitù nella società nordamericana contemporanea e fa riemergere “la testimonianza di vite, traumi e fugaci momenti di bellezza che gli archivi storici hanno omesso o occultato”. Con questa motivazione, nel 2019 ha ricevuto il prestigioso premio MacArthur.

ISBN 9791280195050

Laboratorio favela
Violenza e politica a Rio de Janeiro

15/03/2021 — Marielle Franco

  € 15,00   

 

L’enorme mobilitazione generata dal ripudio del suo barbaro assassinio nel 2018 ha fatto di Marielle Franco un simbolo di lotta dentro e fuori dal Brasile. Tre anni dopo questi eventi, l'indagine sull'omicidio di Marielle ha rivelato una rete di complicità tra la classe politica e i gruppi paramilitari, che coinvolgerebbe anche la famiglia presidenziale. Dall'impeachment di Dilma Rousseff, al governo tecnico Temer fino all'attuale regime di Bolsonaro, la società brasiliana vive in un clima di crescente violenza politica aggravato dalle conseguenze economiche e sociali della gestione della pandemia.

Se l'assassinio dell'attivista, la condanna dell'operato della polizia, il genocidio della popolazione nera e la violenza nelle favelas hanno avuto risonanza mondiale, meno conosciuto è invece il contributo politico, militante e teorico che Marielle ci ha lasciato.

Laboratorio favela restituisce parte dei suoi discorsi e del suo lavoro di ricerca sulle politiche di sicurezza pubblica nello stato di Rio de Janeiro, ed in particolare sul ruolo delle Unità di polizia pacificatrice (Upp) nella costituzione di uno stato penale perfettamente integrato al progetto neoliberale. Racconta la presenza di Marielle in parlamento, la sua irruzione in uno spazio misogino, patriarcale, razzista e classista; restituisce infine, la sua forte denuncia contro gli abusi della polizia nei confronti degli abitanti delle favelas e l’avanzata di una criminalità organizzata sempre più padrona della città.

Marielle Franco è stata una sociologa e politica brasiliana. Nata e cresciuta nella favela di Maré (Rio de Janeiro), da lì ha iniziato il suo attivismo per i diritti umani. Femminista militante nera e lesbica, laureata in sociologia e specializzata in pubblica amministrazione, è stata eletta consigliera di Rio de Janeiro nel 2016 tra le fila del partito Psol. Durante il suo mandato ha coordinato insieme a Marcello Freixo la Commissione di difesa dei diritti umani e cittadinanza dell'assemblea legislativa di Rio de Janeiro, opponendosi alla violenza della polizia militare nelle favelas. Sempre in prima linea nella difesa degli abitanti delle aree dominate dalle milizie e per i diritti delle comunità LGBTQI , viene assassinata la notte del 14 Marzo 2018 insieme al suo autista Anderson Gomes. Marielle paga con la vita l'aver denunciato gli interessi delle milizie paramilitari nell'occupazione delle terre nelle zone periferiche di Rio de Janeiro. Il suo omicidio presenta troppi lati oscuri e grida ancora oggi giustizia.

ISBN 9791280195043

Undercommons
Pianificazione fuggitiva e studio nero

03/03/2021 — Stefano Harney e Fred Moten

  € 15,00   

 

Una voce perentoria ci richiama in ogni momento a essere responsabili, efficienti, professionali. Anche i beni comuni sono stati colonizzati, l’università è una catena di montaggio e siamo costantemente in debito
verso chi ci richiama all’ordine. Alla proliferazione della logistica capitalista e alle mutazioni odierne del controllo sociale, Stefano Harney e Fred Moten
rispondono con questa raccolta di saggi che ci invita a sperimentare nuove forme di socialità nell’antagonismo generale.


Attraversando le teorie e le pratiche della tradizione radicale nera e del post-operaismo, gli autori propongono un ampliamento dello spettro del pensiero socio-politico contemporaneo e della critica estetica, negli Stati Uniti e non solo. Il loro è «un intervento necessario e potente che ci invita
a immaginare e a comprendere diversamente la vita sociale» (Denise Ferreira da Silva), dove «il grido di lotta non è mai distante» (Sandro Mezzadra).


Undercommons è un manifesto d’amore, sospeso tra teoria e poesia, musica e sovversione, per la fondazione di una nuova società.

Stefano Harney è professore onorario del Social Justice Institute alla British Columbia University. Di formazione interdisciplinare, studia le questioni legate alla razza, al lavoro e all’organizzazione sociale attraverso il pensiero dell’autonomia e la teoria postcoloniale. Tra le sue pubblicazioni più importanti, State Work: Public Administration and Mass Intellectuality (Duke University Press, 2002) e, insieme a Howard Thomas, The Liberal Arts and Management Education. A Global Agenda for Change (Cambridge University Press, 2020). È attivo in diversi collettivi, tra i quali: Le Mardi Gras Listening Collective, freethought, School for Study, Ground Provisions e Anti-Colonial Machine. Harney vive e lavora a Brasilia.


Fred Moten è un poeta e teorico culturale. Insegna al dipartimento di Performance Studies della New York University. Interessato alla relazione tra movimenti sociali ed estetica nera, conduce ricerche nelle aree della teoria critica, della letteratura, dell’arte, della performance e della musica. Nel 2020 ha ricevuto il prestigioso premio della MacArthur Foundation per il suo sforzo teorico «nel creare nuovi spazi concettuali per accogliere le forme emergenti dell’estetica nera, della produzione culturale e della vita sociale». I suoi scritti degli ultimi quindici anni sono raccolti nella trilogia consent not to be a single being (Duke University Press). Vive e lavora a New York.

ISBN 9791280195029

Mediterraneo blues

09/12/2020 — Iain Chambers

  € 10,00   

 

Il blues del Mediterraneo è rap, elettronica, raï, rebetiko e trap, ed è la colonna sonora nelle metropoli del sud del mondo, dal Cairo a Nairobi passando per Napoli, in cui non esiste distinzione tra musiche autentiche e musiche importate. I suoni non rispettano i confini nazionali e portano con sé le tracce della distruzione e allo stesso tempo della sopravvivenza del colonialismo europeo, perché quella storia è inscritta nelle lingue e nei ritmi di oggi.

L’obiettivo di questo libro piccolo e pulsante non è semplicemente quello di “creare scompiglio” scegliendo di raccontare la storia non attraverso fatti e pensieri, ma attraverso i suoni. È piuttosto quello di mostrare una narrazione diversa, in cui il sud del mondo si rivela parte fondamentale della modernità fin dal suo inizio e non elemento estraneo e sempre in ritardo, sempre indietro, rispetto al nord.

Nei versi di Mahmood, nella chitarra elettrica dei Tinariwen, nel successo di Umm Kalthum e nelle ricerche sulla voce di Demetrio Stratos, è nascosto un chiaro invito ad abbandonare ogni tentativo di distinguere una volta per tutte ciò che è culturalmente “nostro” dal “loro” e a capire che non solo la musica, ma anche concetti come la cittadinanza e la democrazia viaggiano, vengono tradotti e trasformati. I suoni registrano questi percorsi e ci fanno ascoltare altre storie.

Iain Chambers si è specializzato in Studi Culturali presso il Centre for Contemporary Cultural Studies dell'Università di Birmingham e ha insegnato questa disciplina fino al 2019 all'Università L'Orientale di Napoli, dove è stato tra i fondatori del Centro Studi Postcoloniali e di Genere.

La sua ricerca interdisciplinare e interculturale verte sulla musica e sulle culture popolari e metropolitane. Tra le sue ultime pubblicazioni La questione mediterranea (con Marta Cariello, Mondadori, 2019) e Paesaggi migratori (nuove edizione Meltemi, 2018). I suoi libri sono stati tradotti in diverse lingue.

ISBN 9791280195012

Elogio del margine / Scrivere al buio

16/11/2020 — bell hooks e Maria Nadotti

  € 16,00   

 

Il margine è la casa all’epoca della segregazione razziale, governata dalle donne nere come luogo di protezione dalla violenza razzista e di sviluppo di un senso del bello diverso dalla “grande arte” dei bianchi. La scelta di non dimenticare il margine una volta raggiunto il centro, come nella traiettoria dell’autrice che dal sud ghettizzato degli Stati Uniti è diventata un’importante teorica femminista, permette di continuare un percorso di lotta in campo estetico e politico, dando un nome allo sguardo delle spettatrici nere al cinema, promuovendo teorie estetiche che mettano in dialogo intellettuali e persone comuni oppure denunciando il sessismo interno alla stessa comunità nera.

Nei saggi di Elogio del margine, bell hooks ci mostra “scelte e luoghi” in cui si è svolta e si svolge la resistenza all’oppressione delle donne afroamericane in vista di una liberazione che coinvolge tutti, donne e uomini.

In Scrivere al buio, dialogo critico e allo stesso tempo intimo con Maria Nadotti, i temi chiave del pensiero di bell hooks, tra i quali la contestazione di quel femminismo bianco che rappresentando le donne come un’unica “casta” nega le differenze tra le donne stesse, vengono messi alla prova di argomenti ordinari: i rapporti familiari e di coppia, l’istruzione, l’uso del denaro, la pratica della scrittura. Il pensiero femminista nasce dall’esperienza personale di oppressione e deve perciò parlare alle donne di condizione meno agiata, non chiudersi in un linguaggio per pochi che consente il mantenimento dello status quo.

Con entrambe le iniziali minuscole, bell hooks è lo pseudonimo di Gloria Jean Watkins, pensatrice femminista afroamericana divenuta ancora molto giovane un punto di riferimento per il femminismo nero, avendo posto l’attenzione sulla condizione delle donne afroamericane e avendo descritto, sempre con un intento di divulgazione e formazione rivolto a un pubblico il più ampio possibile e servendosi negli anni di diversi media, l’intreccio (intersezionalità) delle dimensioni di “razza”, genere e classe nei fenomeni di oppressione presenti nella nostra società.

Nata in una famiglia operaia in piena segregazione razziale, ha scritto e pubblicato moltissimi libri in materia di arte, cinema e media in rapporto al genere e alle questioni razziali. Dopo anni di insegnamento universitario è tornata a vivere in Kentucky.


Maria Nadotti è giornalista, saggista, consulente editoriale e traduttrice. Scrive di teatro, cinema, arte e cultura per testate italiane e estere; collabora con il settimanale Internazionale e sul sito Doppiozero tiene un blog intitolato "in genere". Ha scritto, ideato e curato vari libri pubblicati dal Saggiatore, Marcos y Marcos, Bollati Boringhieri e altri editori.

Il suo ultimo lavoro, in collaborazione con John Berger e Selçuk Demirel, What Time Is It? è di prossima uscita in diversi paesi. Curatrice e traduttrice italiana dell’opera di John Berger, è autrice di due mediometraggi documentari: Elogio della costanza (2006) e Sotto tregua Gaza (2009).

ISBN 9791280195005