Umberto Eco e l'onesta finzione
Il romanzo come critica della post-realtà

11/2016 — Daniele Maria Pegorari

€ 16,00

 

«Caro Pegorari, il Suo è il saggio più bello che abbia letto sui miei lavori. Questo non vuole dire nulla, perché devo mettere in conto il mio naturale narcisismo. Comunque grazie». Così scriveva in una succinta eppure arguta mail Umberto Eco, il 7 luglio 2013, dopo aver letto l’inedito di questa monografia dedicata alla sua opera narrativa. Ora questo studio viene pubblicato in una versione aggiornata che tiene conto anche del suo ultimo romanzo, apparso nel 2015. Vi si accampa un ragionamento per il quale la produzione letteraria del filosofo e scrittore alessandrino, dagli anni Ottanta del Nome della rosa e del Pendolo di Foucault, fino agli anni Dieci del Cimitero di Praga e di Numero zero, persino sotto la maschera dissimulatrice della letteratura di genere, ha messo a tema il conflitto fra l’etica autoritaria della verità e la resistenza della realtà, sempre più soccombente nella società della comunicazione.

Daniele Maria Pegorari (Bari, 1970) insegna Letteratura italiana contemporanea e Sociologia della letteratura nel Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Bari ‘Aldo Moro’. Ha pubblicato, fra l’altro, tre libri su Mario Luzi (1994, 2002 e 2006), il Vocabolario dantesco della lirica italiana del Novecento (2000), Critico e testimone. Storia militante della poesia italiana 1948-2008 (2009) e, per Stilo, Les barisiens. Letteratura di una capitale di periferia 1850-2010 (2010) e Il codice Dante. Cruces della ‘Commedia’ e intertestualità novecentesche (2012). Dirige la rivista «incroci» (nata nel 2000 per i tipi di Adda), tre collane di ricerche e testi per la Stilo editrice e una sezione della rivista scientifica internazionale «Dante», oltre ad aver ideato e curato numerosi eventi pubblici, fra cui il festival Dante, l’immaginario.

ISBN 9788864791753

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