Pensiero e responsabilità in Pantaleo Carabellese
Una filosofia del concreto

03/2020 — Alberto Altamura et al.

€ 16,00

 

Occuparsi dell’opera di Pantaleo Carabellese a cento anni dalla prima edizione della sua opera fondamentale, Critica del concreto (1921), non significa soltanto ridiscutere un momento della filosofia italiana della prima metà del Novecento, riflettendo su una prospettiva teoretica che osò sfidare l’egemonia culturale del neoidealismo storicistico e della metafisica neoscolastica, ma significa soprattutto cogliere, come sottolineato da Giuseppe Semerari, il lato italiano di quella rifondazione dell’ontologia rappresentata a livello europeo da pensatori come Husserl, Heidegger e Sartre. A questo Carabellese pensatore europeo, nell’ottobre del 2018, fu dedicata una giornata di studi che vide dialogare a Molfetta, città natale del filosofo, studiosi legati al magistero di alcuni dei suoi più importanti interpreti: Giuseppe Semerari, Teodorico Moretti-Costanzi ed Edoardo Mirri. La pubblicazione degli Atti di quel convegno mira a mettere in risalto la vitalità del pensiero carabellesiano.

Pantaleo Carabellese (Molfetta 1877-Genova 1948) si laurea in Storia a Napoli nel 1901 e nel 1906 in Filosofia a Roma. Nel 1917 consegue la libera docenza in Filosofia teoretica. Tra i suoi testi più significativi ricordiamo Critica del concreto (1921, riedita nel 1940 e nel 1948) e Che cos’è la filosofia? (1942). Insegna Filosofia teoretica a Palermo tra il 1922 e il 1929; tra il 1929 e il 1948 è invece all’Università di Roma, prima come ordinario di Storia della filosofia (1929-44) e poi, dopo l’uccisione di Gentile, dal 1944 al 1948, come ordinario di Filosofia teoretica. Avversando ogni forma di storicismo assoluto e d’idealismo, di oggettivismo provvidenzialistico e fatalistico, capace di togliere piena responsabilità alla libertà degli uomini, egli pensava che nella storia l’Essere diviene concreto nelle dimensioni strutturali della temporalità, della pluralità, della relazione, dell’alterità, passando continuamente dall’implicito all’esplicito. In questo contesto, la filosofia è continuo atto di conquista, sforzo, aspirazione, e il suo insegnamento-apprendimento riveste una funzione di civiltà, in quanto il filosofare consente agli individui di scoprire il valore universale del proprio esistere, nonché la partecipazione a tutte le forme di attività spirituale, rendendoli responsabili costruttori della realtà storica concreta.


Curatore_Alberto Altamura, docente di Filosofia nei licei, è un ricercatore che ha al suo attivo un lungo curriculum di studi e di pubblicazioni riguardanti la filosofia del Novecento, in particolare quella marxista. Formatosi nell’Università degli Studi di Bari, dal 1980 al 1984, sotto la guida del prof. Giuseppe Semerari, ha pubblicato numerosi saggi, curato la riedizione dell’opera semerariana Responsabilità e comunità umana (Guerini 2014) ed è stato collaboratore della rivista filosofica «Paradigmi» e redattore della rivista «le passioni di sinistra» (www.alberto-altamura.it).

ISBN 9788864792392

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