Le vicende notevoli di don Fefè, nobile sciupafemmine e grandissimo figlio di mammaggiusta, e del suo fidato servitore Ciccillo

01/2009 — Giuse Alemanno

€ 10,00

 

C’è una nuova lingua, suona di dialetto. Inventata, come il cosmo che racconta. Un titolo lungo, con un sapore fortemente e volutamente retrò. C’è il cinema che disegna, nel pensiero dell’autore, la figura di Don Fefè, “cuor contento e panza piena”. Don Felice, il nome vero, nobile di Cipièrnola, incontrastato padrone di Palazzo Rizzo Torregiani Cìmboli, in un Sud dove in corpo scorre il rosso intenso del Primitivo e l’indolenza meridiana delle voglie. L’inizio di una saga che potrebbe avere come interprete il Mastroianni di “Divorzio all’italiana”. Impomatato, con la retina a tenere i capelli ed il baffo in tiro. Con gli occhi semichiusi, il lungo bocchino e le voglie mai dome. Il Felice che Alemanno disegna è nostalgico ed indolente, europeo e strapaesano, poeta e padrone, innamorato dell’odore delle femmine e del teatro. Si ride con Don Fefè e si ride con Ciccillo, “devota” spalla, servitore e inconsapevole cugino. Un narrare agile e intrigante accompagna il lettore, lo conduce dentro un clima che scuce paradossi e trame nel bilico di un tempo indeterminato dove il retaggio del passato fa il verso al presente.

Giuse Alemanno – Copertino (LE), 11 febbraio 1962 – vivente, opera a Manduria (TA). Ha pubblicato: Racconti Lupi, Filo Editore, 1998; Solitari, Filo Editore, 2001; Frasario Anarchico, e-book gratuito scaricabile da www.giusealemanno.it, 2004; Terra Nera - romanzo perfido e paradossale di cafoni e d’anarchia, Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri, 2005

ISBN 9788895377216

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