La metamorfosi dei Papaveri

10/2021 — Nathan Levi

€ 16,50

 

Un thriller politico, ambientato, in un futuro non troppo lontano, nel contesto del conflitto israelo-palestinese; dove la scienza e le nuove frontiere della epigenetica diventano strumenti per sconfiggere la violenza e l’odio e favorire quel processo di pace atteso da decenni. Gli scenari sociopolitici e le scoperte biochimiche si intrecciano in un mosaico tale da lasciare costantemente il lettore in equilibrio sul sottile filo che separa la realtà oggettiva dalla verosimiglianza di ciò che ancora non è, ma che potrebbe essere. I vari personaggi, sapientemente descritti dall’autore, acquistano da subito connotati molti netti e per i quali, nel bene e nel male, è facile simpatizzare; icone involontarie di valori, di pregi e di difetti. Ma sarà l’evoluzione interiore, la metamorfosi, che alcuni di essi compiranno nel corso della narrazione, a provocare l’esito finale, che, simbolicamente, si andrà a chiudere nei pressi del muro del pianto nel giorno più solenne della tradizione ebraica, lo Yom Kippur. Ed è così che una pediatra e un informatico palestinesi; un medico, un farmacista e una biologa israeliani; un fantomatico e inafferrabile killer inglese, tutti sotto l’implacabile e oscura presenza dello Shin Bet, il servizio segreto israeliano ben coadiuvato da CIA e FBI, provocano inevitabilmente nel lettore riflessioni politiche e morali che si accavalleranno alla tensione narrativa del thriller. E i papaveri, fiori simbolo di quella terra e di quei popoli, così fragili, se presi da soli, ma inebrianti e travolgenti nella loro moltitudine di un campo sconfinato scosso dal vento, sono la raffigurazione più calzante del senso di ineluttabile malinconia che traspare tra le righe e narra di un territorio dilaniato da odio secolare, ma così densamente impregnato di significati religiosi, etici e morali. Indubbiamente l’autore, un medico di origini israeliane, specializzato anche in fitoterapia e agopuntura, amante della sua terra d’origine, così come profondamente convinto sostenitore delle più elementari ragioni della non-violenza, non poteva che condensare tutto il suo vissuto e la sua umanità in questo romanzo che saprà catturare il lettore, ma anche farlo riflettere, emozionare e commuovere.

Nathan Levi, nasce a Tel Aviv nel 1945 da genitori triestini e vive a Gerusalemme fino all’età di 12 anni. Nel 1957 segue la famiglia a Trieste dove risiede tuttora. Specialista in Pediatria, ha lavorato prima all’Ospedale Burlo Garofolo, poi come pediatra di famiglia. Nel periodo 1985-88, presta servizio all’Ospedale Centrale di Maputo, in Mozambico, come pediatra, per poi coordinare un ampio progetto di cooperazione materno-infantile. Trascorre un periodo a Shanghai per apprendere la Medicina Tradizionale Cinese, che lo porta ad esercitare l’agopuntura. Nel 1994 è uno dei fondatori della Scuola di Fitoterapia Medica e dal 2002 insegna Fitoterapia e stress ossidativo come docente a contratto all’Università di Trieste.

L'autore è già conosciuto al pubblico grazie alle buone vendite del suo primo romanzo, "La cinese di Maputo", dove la visione orientale, unitaria e non antropocentrica, è suggerita come una possibile, anche se difficile, risposta all’esigenza di pace e solidarietà che permea la società.


ISBN 9788897320555

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