Uomodoro
Ruggero, Bradamante e l'ippogrifo

12/2018 — Enzo Gradassi

€ 13,00

 

Un meticoloso reportage su vita, vicissitudini e morte dell’Uomodoro, figura leggendaria dell’Arezzo degli anni Sessanta e Settanta, che vuole essere un atto di riparazione e di restituzione della dignità civile e sociale a una persona sulla quale in molti hanno detto e scritto senza alcuna conoscenza né diretta né dei documenti. Per pigrizia o comodità è sempre stato «catalogato» fra i personaggi strani, bizzarri, patetici, asociali o perfino stralunati e pazzi della città, senza che si facesse lo sforzo di riconoscerlo come una vittima della incapacità di un’intera comunità di relazionarsi con la diversità.


«Non disturbava, non chiedeva l’elemosina, non dava confidenza, non parlava. Sembrava essere in perenne osservazione. Guardava.»

Enzo Gradassi, Arezzo 1950, ha la presunzione di raccontare solo vicende documentate di personaggi reali che, in tempi diversi, hanno lasciato un segno del proprio passaggio ad Arezzo e nel suo circondario. Ha pubblicato per Protagon Editori toscani, Le belle storie aretine di Giovanni Fantoni (1995). Per Il Mio Amico, L’ingiustizia assoluta. Memoria di un progetto di vita e della sua distruzione. Gebbia di Civitella in Valdichiana (1998). Per Le Balze, Innocenti. Un eccidio aretino nel 1944 (2006). Per Zona, Sesto senso. Una famiglia ebrea in Casentino (2010). Per Effigi, Ci giurammo eterno amore (2017). Per fuori|onda, Il cerchio chiuso. Arnaldo Pieraccini, fare un Manicomio da disfare (2012); Sagresto. Sventurato citto (2013); Il Capitano Magro. L’avventura di un giovane aretino da Fiume alle Fosse Ardeatine (2014); Vento (2015); Dispersione (2016) e Sopracchiamato Gnicche (2017).


ISBN 9788897426899

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