L'affaire Gabin
Ediz. italiana

03/2010 — Arturo Invernici, Angelo Signorelli

€ 12,00

 

Tre sono le anime di Gabin. Nella prima fase della sua carriera cinematografica è l’eroe romantico e tormentato, votato a un destino ineluttabile, interprete dei drammi sociali del realismo poetico cari a maestri come Julien Duvivier (Il bandito della Casbah, 1937), Jean Renoir (Verso la vita, 1936; L’angelo del male, 1938), Marcel Carné (Il porto delle nebbie, 1938; Alba tragica, 1939). Il secondo Gabin è un incanutito tombeur de femmes con non poche pennellate di amarezza e ambiguità (La vergine scaltra, 1950, di Marcel Carné; La follia di Roberta Donge, 1952, di Henri Decoin; La ragazza del peccato, 1958, di Claude Autant-Lara) - ma anche, a seconda dei casi, incisivo gangster o piedipiatti (Grisbì, 1954, di Jacques Becker; La grande razzia, 1955, di Henri Decoin). Il terzo Gabin, infine, è il sornione patron, completamente imbiancato e un po’ appesantito dalla bonne cuisine du pays (la cucina francese, quella vera di una volta). Un po’ misantropo, un po’ filosofo, un po’ disincantato, un po’ padre putativo, ma generoso e ironico: Aria di Parigi, 1954, di Marcel Carné,Quando torna l’inverno, 1962, di Henri Verneuil; Intrigo a Parigi, 1964, di Gilles Grangier. Lo stesso genere di patron che, sotto il segno di Simenon, incarna un grande Maigret (in tre film) e che diviene, tra l’altro, collega, amico, padrino per le generazioni di attori francesi a venire, come Lino Ventura, Alain Delon, Jean-Paul Belmondo, Gérard Depardieu.

ISBN 9788898271276

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