Attimi di
versi

09/2014 — Ezio Solvesi

€ 13,00

 

PREFAZIONE DI GRAZIELLA ATZORI Dai versi di Ezio Solvesi scaturisce, immediatamente, la domanda: da dove viene la poesia? La sua, come quella di tutti i poeti, viene, simbolicamente, da lontano; ovvero dalla nostra profondità, dall’inconscio, dall’intuizione. Certo non è frutto di un calcolo. Dobbiamo fare posto alla Poesia, e Solvesi lo fa con una facilità e una leggerezza che stupisce. A buon diritto, va inserito in quel filone che Pasolini ha chiamato “poesia sabiana”, contraddistinta da due peculiarità: la limpidezza dell’assunto – e l’autore è leggibilissimo, non ha bisogno nemmeno di commento; la sua poesia è simile a una fonte che zampilla. Pregio questo non secondario, dato che un poeta è, o dovrebbe essere, la voce di molti, se non proprio di ciascuno. – e la capacità affabulatoria, l’arte di raccontare, di creare miti. L’etimo greco μύθος (mythos) significa racconto, e questa raccolta, come vedremo, è ricchissima di racconto. Quindi “sabiano” a tutto tondo con, in più, la caratteristica, tutta sua, di tenere l’ego tre passi indietro. Il poeta si fa portavoce, ambasciatore. Il suo ego rimpicciolito sta in disparte. È un’attitudine speciale, privilegiata da Brecht. Solvesi poeta “visivo” – infatti si occupa anche di fotografia – oggettivo, lascia in chi vi si accosta una traccia immaginativa, sedimenta grande sentimento unito a meditazioni e riflessioni. Possiamo definire la sua poetica di fondo come “poesia del sorriso”. La parola sorriso è refrain ricorrente, gentile esortazione e visione del mondo. È un sorriso miracoloso. Tante volte è lì dove non ci aspetteremmo che fosse: in mezzo al dolore, al dramma più crudo, costituisce il paradosso che induce il pensiero a rivedere se stesso, imprimendo alla nostra filosofia quotidiana la capacità di affrontare la vita sempre, comunque essa sia. Si tratta di una presenza sottile, spesso stringe il cuore, quando il poeta addita bambini sofferenti prigionieri di calamità e indigenza, ma con occhi pieni di luce, nonostante tutto sorridenti.

Ezio Solvesi nasce a Trieste, dove vive, nell’agosto 1946. Ha lavorato fino al 2009 in varie industrie triestine elettroniche, prima come progettista, poi nel settore commerciale. Scrive fin da ragazzo, dapprima solo in italiano, successivamente, anche in triestino, tenendo però nel cassetto le sue opere per lunghi anni e rendendole pubbliche solo nel 2007. Ha partecipato a vari concorsi. Tra i premi più importanti: il 1° posto al XII Premio Letterario “C. Ulcigrai” di Trieste, il 1° posto al VII premio letterario “Una terra nell’anima” del MAI di Trieste, per due volte il 1° posto al II e al III premio letterario “Trofeo colle San Giusto”, il 1° posto all’ VIII, IX e X premio letterario “Golfo di Trieste” e il 1° posto al I premio letterario “Gens Adriae” di Trieste. Numerosi i premi minori e le segnalazioni. Le sue liriche sono state anche oggetto di “readings” di poesia e di recite teatrali, con accompagnamenti musicali. Alcune poesie sono pubblicate in antologie e sul volume celebrativo dei 150 anni del Circolo Culturale delle Assicurazioni Generali. Nel dicembre 2013, presenta le sue poesie nella trasmissione “Le Parole più Belle” di TV-Capodistria. Nel settembre 2008, E. Solvesi ha pubblicato una silloge di liriche dedicate alla città di Trieste con il titolo “Trieste cussì cocola” (ed. Italo Svevo - Trieste). Nel maggio 2011, estende l’omaggio alla sua città pubblicando il suo secondo libro di poesie: “Trieste a colori” (ed. Italo Svevo - Trieste), che comprende anche alcune foto di opere dell’artista concittadino Enzo E. Mari

ISBN 9788898838127

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