La balena e le foglie

11/2019 — Michele Obit

€ 10,00

 

Nei versi de La balena e le foglie […] a queste due coordinate geografiche certe (Slovenia e Nord-Est dell’Italia) sembrerebbe aggiungersi una terza: i testi che compongono il trittico iniziale Comuna trece, infatti, mostrano un paesaggio, le periferie del centro urbano di Medellín in Colombia, apparentemente inatteso. […] Quindi, dicevo, lo scorrere nascosto e inatteso del tempo sulle cose e sulle persone, altro grande macro-tema della raccolta, che si contrappone invece a una fissità della memoria, come a dire le sensazioni e lo stare di alcuni giorni che, se non sono più e non potranno mai essere di nuovo, comunque resteranno impressi e rievocati nell’atto del ricordare e del fare testimonianza […] Per concludere, se Francesco Tomada, in una nota di lettura a Le parole nascono già sporche, parla dei versi di Michele Obit come di «poesia giusta», io, per quanto riguarda questa nuova raccolta, argomenterei più che altro a proposito di una poesia dell’uomo giusto che, inevitabilmente, finisce per uscire sconfitto dallo scontrarsi con il vivere, sorta di novello Giobbe che, però, non sembra avere alcun Dio con cui riappacificarsi. […] Resterebbe, a questo punto, un’ultima questione da chiarire, ovvero la compresenza nel libro di due lingue poetiche, l’italiano e la variante di sloveno dialettale autoctona delle Valli del Natisone. Per Michele Obit quest’ultima rappresenta un insieme di suoni ascoltati fin da piccolo origliando e sentendo i genitori parlare tra loro (con lui essi preferivano dialogare in italiano); dunque, una lingua dell’infanzia e del privato, un codice appreso oralmente e passivamente. Dalla prefazione di Carlo Selan

ISBN 9788899007690

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