Canti d'addio penultimo

06/2020 — Parmiggiani Gianfranco

€ 9,90

 

Ci sono poesie profonde molto seriose e ci sono poesie molto profonde che ricercano l’ironia. Dalla prefazione di Emilio Rentocchini: “Interloquire con la morte, sul filo dell’ignoto, e un po’ come aggirarsi nei pressi del patibolo mentre il carnefice lustra fischiettando la lama della ghigliottina. A questo può venire di pensare, tra l’altro, leggendo i Canti d’addio penultimo di Gianfranco Parmiggiani. Abituati a un ambito poetico serioso come quello italiano contemporaneo, queste poesie risultano una benefica brezza ristoratrice. Si esce finalmente dal bosco opaco e ci si trova in un’oasi che invita a sedere e rilassarsi. Salvo poi scoprire con sorpresa che proprio la chiara radura è il punto di non ritorno, la prima delle tappe forzate che avviano a una riflessione sulla densità rarefatta – se si può dire – della nostra ragion d’essere, di quel bosco interiore che, per essere spirituale, non perde nulla della propria sostanza. Parmiggiani si rapporta a colpi di fioretto col buio, lottando innanzitutto per tenere insieme l’alveo illuminato da cui muove e il varco, in apparenza senza scampo, verso cui protende la propria sensibilità. Il suo pensarsi pensante oltre il pensiero strapensato della morte, lo spinge a usare lo strumento più acuminato e lieve. Nel tradursi sulla pagina, opta infatti per l’inchiostro (simpatico) dell’ironia, che lascia sulla carta il suo alone indolore, più che incolore. Le poesie di Parmiggiani, costruite con versicoli sapienti e raffinati snodi discorsivi, mantengono una natura epigrammatica, con accensioni di senso fulminanti. Ma l’elemento che si evince come fondante, nella raccolta, è l’eleganza condita di arguzia con cui la parola si protende a dire l’indicibile, a dare il non dato."

ISBN 9788899257002

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