Elogio del margine / Scrivere al buio

11/2020 — bell hooks e Maria Nadotti

€ 16,00

 

Il margine è la casa all’epoca della segregazione razziale, governata dalle donne nere come luogo di protezione dalla violenza razzista e di sviluppo di un senso del bello diverso dalla “grande arte” dei bianchi. La scelta di non dimenticare il margine una volta raggiunto il centro, come nella traiettoria dell’autrice che dal sud ghettizzato degli Stati Uniti è diventata un’importante teorica femminista, permette di continuare un percorso di lotta in campo estetico e politico, dando un nome allo sguardo delle spettatrici nere al cinema, promuovendo teorie estetiche che mettano in dialogo intellettuali e persone comuni oppure denunciando il sessismo interno alla stessa comunità nera.

Nei saggi di Elogio del margine, bell hooks ci mostra “scelte e luoghi” in cui si è svolta e si svolge la resistenza all’oppressione delle donne afroamericane in vista di una liberazione che coinvolge tutti, donne e uomini.

In Scrivere al buio, dialogo critico e allo stesso tempo intimo con Maria Nadotti, i temi chiave del pensiero di bell hooks, tra i quali la contestazione di quel femminismo bianco che rappresentando le donne come un’unica “casta” nega le differenze tra le donne stesse, vengono messi alla prova di argomenti ordinari: i rapporti familiari e di coppia, l’istruzione, l’uso del denaro, la pratica della scrittura. Il pensiero femminista nasce dall’esperienza personale di oppressione e deve perciò parlare alle donne di condizione meno agiata, non chiudersi in un linguaggio per pochi che consente il mantenimento dello status quo.

Con entrambe le iniziali minuscole, bell hooks è lo pseudonimo di Gloria Jean Watkins, pensatrice femminista afroamericana divenuta ancora molto giovane un punto di riferimento per il femminismo nero, avendo posto l’attenzione sulla condizione delle donne afroamericane e avendo descritto, sempre con un intento di divulgazione e formazione rivolto a un pubblico il più ampio possibile e servendosi negli anni di diversi media, l’intreccio (intersezionalità) delle dimensioni di “razza”, genere e classe nei fenomeni di oppressione presenti nella nostra società.

Nata in una famiglia operaia in piena segregazione razziale, ha scritto e pubblicato moltissimi libri in materia di arte, cinema e media in rapporto al genere e alle questioni razziali. Dopo anni di insegnamento universitario è tornata a vivere in Kentucky.


Maria Nadotti è giornalista, saggista, consulente editoriale e traduttrice. Scrive di teatro, cinema, arte e cultura per testate italiane e estere; collabora con il settimanale Internazionale e sul sito Doppiozero tiene un blog intitolato "in genere". Ha scritto, ideato e curato vari libri pubblicati dal Saggiatore, Marcos y Marcos, Bollati Boringhieri e altri editori.

Il suo ultimo lavoro, in collaborazione con John Berger e Selçuk Demirel, What Time Is It? è di prossima uscita in diversi paesi. Curatrice e traduttrice italiana dell’opera di John Berger, è autrice di due mediometraggi documentari: Elogio della costanza (2006) e Sotto tregua Gaza (2009).

ISBN 9791280195005

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